Il mio viaggio in Israele – parte seconda

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Ed eccomi con un nuovo post sul mio viaggio in Israele, è stata un esperienza che non dimenticherò facilmente, l’ultimo posto che ho visitato è stato Gerusalemme, c’è molto da vedere e quindi tanto da camminare, le lunghe code per visitare il Santo Sepolcro  e la natività a Betlemme stancano, ma ho soggiornato anche in posti molto rilassanti come il Mar Morto, fatemi dire che il panorama intorno al punto più basso delle terra è unico, anche se  i recinti spinati degli insediamenti israeliani non passano inosservati.

Per chi che come me non sa nuotare il Mar Morto è fantastico, finalmente sono riuscita a stare a galla, gli alberghi forniscono gli asciugamani e docce ad alta pressione indispensabili, in un’ora di bagno ne ho fatte tre, c’è da fare attenzione agli occhi, i costumi non si rovinano, feritine o se ci si depila prima di fare il bagno bruciano un pò, ma si può tranquillamente resistere molto più di 15 minuti a galla, avevo paura per districare i capelli, ma non ho fatto alcuna fatica, anzi era più lisci del dovuto e la pelle morbida come non mai.IMG_2797

Un’altra parte rilassante del mio soggiorno ad Israele, è stato dormire in un Kibbutz, una bella esperienza, immerso nel verde con vista sulle alture del Golan, nel pieno silenzio.

Per chi non lo sapesse il Kibbutz è una comunità, dove ogni singolo individuo che appartiene a questa comune, è obbligato a lavorare e dividere i profitti delle attività con tutti, i profitti poi vengono suddividendoli equamente, sono veri villaggi con sinagoga, aree verdi, i bambini vengono allevati da tutti, gli anziani assistiti da tutti, per le decisioni hanno una commissione interna che si riunisce e prende le decisioni.

Una curiosità il famoso marchio di cosmetici Ahava è prodotto da un Kibbutz.

Altre curiosità sono che le targhe delle macchine israeliane sono con la scritta nera a sfondo giallo, quelle palestinesi invece hanno la scritta verde a sfondo bianco.

Il movimento internazionale della Croce Rossa riconosce la Mezzaluna Rossa, ma non il simbolo della società di soccorso israeliana, cioè la Stella di David.

Sopra le porte di chi è stato in pellegrinaggio alla Mecca ci sono appesi questi cartelli che vedete nella foto sotto.

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Poco meno rilassante, anzi terrificante, è stato invece il check in in aeroporto per il mio rientro in Italia, ho subito un vero interrogatorio, Irene per loro non era un nome italiano, hanno voluto sapere tutti i nomi dei miei famigliari e mi hanno messo davanti ad uno schermo per rispondere ad un questionario, volevano sapere se qualcuno mi avesse dato armi, pacchi particolari, chi aveva fatto i bagagli e dove erano stati tenuti, per loro ero una terrorista, non è stato un bel momento.

In questo due post non ho voluto fare commenti, ma avete sicuramente notato come la penso sulla situazione in Israele, già avevo le mie preferenze prima di partire, dopo questo viaggio sono diventate certezze.

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