Tra Giava e Bali – parte prima

tempio borobodur (2)Con questo tempo da fine estate, mi viene voglia di rivivere la vacanza appena terminata scrivendovi le mie sensazioni in queste righe.

Quest’anno sono stata 15 giorni in Indonesia, tra Giava e Bali, è stata una vacanza poco riposante in termini fisici visto che abbiamo optato per una gita organizzata per i primi 10 giorni e c’era molto da vedere, ma la mia mente tra quelle risaie in mezzo a pendii montani che brillavano al sole ne è uscita rasserenata.

Nella prima parte della vacanza siamo stati a Giava, nello specifico Yogyacarta ( si pronuncia Giogyacarta), qui abbiamo visitato prima la piana di templi di Prambanan, ci sono all’interno del complesso vari templi induisti dedicati a Brahma, Vishnu e Shiva, quello dedicato a Shiva è contornato da bassorilievi che raccontano la storia di Ramayana.Prambanan

La storia del Ramayana per me non ha più segreti, l’ho vista in due spettacoli, uno a Yogyacarta e il secondo che mi è piaciuto moltissimo a Bali con una danza detta Kecak, in pratica molti uomini disposti a cerchio, a dorso nudo e con un fiore rosso sull’orecchio, usano la voce come strumento musicale d’accompagno alla danza, producendo il caratteristico suono “CIAK, CIAK, CIAK …” mentre alzano contemporaneamente le braccia agitando i palmi della mano.

Dopo questa piccola descrizione della danza a Bali,  voglio tornare su Giava, precisamente a Solo, qui abbiamo visitato il palazzo del sultano Mangkunegaran e poi ci siamo recati verso i templi di Candi Cetoh e Canti Sukuh, questi tempi sono situati alle pendici del vulcano Lawu e il paesaggio per arrivare fino qui è spettacolare, sono considerati i tempi più antichi di Giava, considerate che questo popolo aveva il culto della fertilità, quindi quasi ad ogni tempio troviamo diversi simboli fallici.

candi cetoh

Siamo stati anche sull’altopiano di Dieng, un paesaggio verdeggiante scandito da coltivazioni di tabacco, siamo arrivati fino sul cratere di un vulcano spento dove c’erano sorgenti calde solforose e piccoli coni di fango, ma niente di eccezionale, ho trovato solo una distesa d’immondizia, questo popolo non ha molto senso civico.

piantaggione indonesia

Il tempio di Borobodur invece è meraviglioso, è il più grande monumento buddista al mondo, è costruito in pietra e risale al IX secolo, qui  siamo rimasti li fin dopo l’orario di chiusura, pagando un supplemento infatti si può assistere al tramonto.

tempio borobodur (1)

Al calar del sole mi trovavo al livello superiore del tempio, circondata da stupa e da statue di Buddha, con la vista in lontananza di alberi, uccellini che cantavano, mentre l’orizzonte si inondava di un intenso gioco di colori, è un ricordo che conserverò per tutta la vita.

Prima di partire per Bali abbiamo visitato il Kraton, un palazzo residenza del sultano nella zona vecchia di Yogyacarta, è uno dei palazzi più raffinati della cultura javanese, con una serie di sale lussuose, cortili e padiglioni molto ampi, pochi passi a sud ovest dal Kraton, abbiamo visitato invece il Taman Sari, detto anche “castello sull’acqua”, si dice che il sultano fece giustiziare l’architetto portoghese che aveva progettato il labirintico rifugio, perché non rivelasse l’ubicazione delle sue sale di piacere.

Prima di raccontarvi le meraviglie di Bali nel prossimo post, voglio dirvi che vale la pena visitare Yogyakarta per i suoi due siti vicini più importanti Prambanan e Borobudur, per le sue antiche tradizioni nelle arti figurative, nella musica e nella danza, perché si passa da chiassose città a un incredibile varietà di paesaggi rilassanti: risaie, foreste, coltivazioni di tè, caffe e tabacco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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