Dopo Giava, abbiamo preso un volo di linea per recarci a Bali.
A Bali tutto gira intorno alla religione, per tutta l’isola trovi i tipici cestini intrecciati con foglie di banano, colmi di riso, frutta, biscottini per omaggiare gli dei, i bastoncini d’incenso accesi sono per allontanare il male, ogni famiglia ha il proprio tempio personale in cortile e un gallo da combattimento.
Bali è un luogo suggestivo, ricco di terrazze di riso, dominato da vette di vulcani, laghi, cascate, circondato da una lussureggiante vegetazione tropicale, mi sono innamorata del frangipani, avevo sempre un suo fiore tra i capelli.
Uno dei templi più belli di Bali é il Tanah Lot, è situato su un piccolo promontorio affacciato direttamente sull’Oceano Indiano, mentre il tempio di Pura Luhur Batukau è circondato da una verdeggiante foresta tropicale, che gli dona molto fascino, senza considerare che per arrivarci si passa tra le risaie di Jatiluwih.
Sul lago di Bratan c’è il tempio di Pura Ulun Danu Bratan il paesaggio che circonda il lago è meraviglioso, gigli rossi e fiori gialli abbelliscono la sponda.
Siamo stati anche alle sorgenti calde di Air Panas Banjar, c’erano molti abitanti che si facevano il bagno completamente vestiti, io non ho avuto il coraggio di farmi il bagno, ma mio marito si, gli spogliatoi sono vere latrine.
Il Pura Besakih, è definito il tempio madre, è il tempio più sacro di Bali e vista l’alta quota possiamo dire che è avvolto tra le nuvole, è molto grande circa 200 edifici ed è costruito alle pendici del vulcano sacro Gunung Agung, bello ci mancherebbe ma per essere il centro della vita religiosa dell’isola mi aspettavo qualcosa di più particolare, cosa che invece i templi di Pura Beji ,Pura Maduwe Karag e la grotta piena di pipistrelli di Goa Lawah mi hanno dato, forse perché al momento della visita si stavano tenendo riti e cerimonie tradizionali.
Ubud mi è piaciuta moltissimo, per raggiungerla devi passare per Denpasar, il peggior traffico di tutta l’isola e solo centri commerciali, ma poi si arriva al villaggio di Batubulan, dove c’è tutta una strada dell’artigianato artistico, è qui che consiglio di fare acquisti, prezzi buoni e molta scelta, paesaggio meraviglioso fino a Ubud dove finalmente si respira aria buona e lungo la strada si trova anche la Monkey Forest, la foresta delle scimmie ospita moltissimi macachi a coda lunga.
Abbiamo visitato anche il famoso giardino d’acqua Tirtagangga, se non fosse per le flotte di turisti sarebbe un posto tranquillo dove poter “camminare ” sull’acqua circondati da enormi carpe cinesi e statue in pietra, nei dintorni c’è il villaggio di Tenganan, un villaggio tradizionale dove non esiste alcuna proprietà privata, con un’ offerta all’ingresso ti concedono un tour guidato obbligatorio.
Se vi piace fare surf o snorkeling, Bali è il posto ideale, se lo scegliete per le spiagge non sono eccezionali , ma a Nusa Dua la spiaggia non è male, considerate che questa è una località fatta per i turisti, c’è il Bali Collection un centro commerciale e tutto ruota intorno ai resort.
Che cosa ricorderò di Giava e Bali oltre a quello che vi ho descritto? la musica… sì perché in Indonesia la musica è nell’aria, non c’è posto dove non ho sentito riecheggiare le note vibranti del metallofono usato in un gamelan, poi nel prossimo post vi racconterò alcune curiosità.